Test dell’udito: come funziona e quando farlo

Se sospetti di avere un calo dell’udito, un test eseguito da un audioprotesista esperto può aiutarti a fotografare lo stato attuale della tua salute uditiva. 

Come avviene un test dell’udito?

Sebbene ogni centro acustico abbia le proprie procedure, in genere un test dell’udito si svolge come segue. 

Raccolta documenti e informazioni

Come avviene in qualsiasi visita medica, è fondamentale fornire tutte le informazioni sulla storia clinica audiologica personale e della propria famiglia. Non bisogna dimenticare di includere eventuali precedenti otiti, traumi cranici, allergie, interventi chirurgici alle orecchie o l’esposizione a rumori forti.

 

Inoltre, è opportuno segnalare eventuali dettagli sulle assicurazioni sanitarie di cui si dispone: in questo modo il centro controllerà il tuo piano assicurativo per vedere se il test dell’udito è rimborsabile (in alternativa, è possibile trovare dei centri che eseguono gratuitamente il test dell’udito).

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Descrizione del disturbo

Il personale può chiedere di descrivere i sintomi del disturbo acustico di cui si soffre. È importante descrivere la propria problematica in maniera precisa e puntuale: più informazioni avrà il personale, migliore potrà essere la valutazione audiologica e la scelta di rimediazione.

Se si desidera prepararsi per tempo, si può rispondere a queste domande:

  • Ti sembra di avere le orecchie ovattate?
  • Hai problemi ad ascoltare la televisione o a parlare al telefono?
  • Riesci a capire gli uomini ma hai difficoltà a capire le donne e i bambini?
  • Hai difficoltà a seguire una conversazione in un ambiente rumoroso?

Si ricorda che potrebbe essere utile portare con sé un familiare o una persona amica in quanto, spesso, i sintomi dell’ipoacusia sono notati più da chi vive accanto alla persona che ne soffre piuttosto che dal soggetto stesso. 

Esame obiettivo delle orecchie

Prima di eseguire qualsiasi test più specifico, l’audioprotesista esaminerà le orecchie per rilevare eventuali segni di problemi fisici che potrebbero influenzare l’udito (da difetti alla nascita all’eccesso di cerume) e che potrebbero compromettere i risultati del test dell’udito.

Test dell’udito vero e proprio

Ogni centro audioprotesico esegue l’esame audiometrico più adatto in base all’esito delle risposte fornite durante l’indagine anamnestica. Il tecnico potrebbe richiedere uno o più dei seguenti test:

  • Audiometria tonale liminare: il test liminare misura la capacità di ciascuno orecchio di ascoltare suoni tenui a diverse frequenze. Per questo esame, bisogna indossare delle cuffie mentre si ascoltano suoni di diversa frequenza e intensità. È importante ascoltare attentamente ogni suono e segnalare tutti quelli che vengono avvertiti, anche se flebilmente.
  • Audiometria vocale: durante questo esame viene chiesto di ripetere parole o frasi ascoltate a diversi volumi. L’obiettivo è determinare il volume minimo in cui si è in grado di ripetere correttamente tutti i segnali presentati.
  • Audiometria tonale per via ossea: può essere utilizzato per valutare la capacità uditiva se l’orecchio esterno o quello medio sono ostruiti da cerume o liquido. Dietro l’orecchio viene posizionato un archetto con un trasduttore in grado di far vibrare, delicatamente l’osso circostante. Questa vibrazione viene captata dall’orecchio interno e trasmessa al nervo uditivo. I test di conduzione ossea possono essere utilizzati per determinare il tipo di ipoacusia di cui si soffre. 
  • Timpanometria: un esame oggettivo, che quindi non richiede il contributo del paziente e per questo può essere effettuato anche ai bambini. Come l’audiogramma, non è un test doloroso, dura pochi muniti, ma consiste nell’inserimento di una piccola sonda nell’orecchio. L’obiettivo di questo esame è testare la condizione dell’orecchio medio e la mobilità del timpano e della catena degli ossicini, attraverso la creazione di variazioni di pressione dell’aria nel canale auricolare.
    Anche in questo caso i risultati dell’esame vengono letti attraverso un grafico, il timpanogramma: un timpanogramma normale è detto di tipo A, mentre quelli di tipo B o C possono rivelare una resistenza che l’orecchio medio oppone alle onde sonore.
    Questo esame non stabilisce la soglia uditiva del paziente e quindi andrebbe effettuato insieme ad un esame audiometrico.
  • Potenziali evocativi uditivi (ABR): anche questo è un test oggettivo che non richiede la collaborazione del paziente e quindi è utilizzato anche in età pediatrica per valutare la presenza di eventuali deficit uditivi. Si effettua attraverso l’applicazione di alcuni elettrodi al lobo dell’orecchio e sulla fronte; quindi, il paziente indossa delle cuffie attraverso cui viene emesso un suono (detto “click): le risposte elettriche generate da questo suono vengono registrate su un computer e forniscono informazioni importanti sulla presenza di eventuali anni all’apparato acustico del paziente.

Colloquio sui risultati del test dell’udito

Dopo il test dell’udito, l’audioprotesista esamina l’audiogramma e suggerisce alla persona alcune raccomandazioni. A seconda dei risultati, potrebbe consigliare di rivolgersi nuovamente al proprio medico di base oppure ad un otorinolaringoiatra (ORL) per un trattamento. Se i risultati del test non sono conclusivi, è possibile recarsi nuovamente al centro per una nuova valutazione nel giro di qualche mese.

Qualora non dovesse essere necessaria una nuova valutazione, l’audioprotesista può suggerire un trattamento specifico, che potrà includere apparecchi acustici o altri dispositivi per l’udito, ma potrà anche prevedere qualcosa di semplice come la rimozione di un accumulo di cerume eseguita da un otorinolaringoiatra. 

Che cosa è un audiogramma?

Un audiogramma è un grafico dove vengono tracciati i livelli di soglia uditiva, espressi in dB HL ed analizzati mediante la presentazione di frequenze differenti. Questi risultati indicano le risposte di udibilità dei suoni fornite dalla persona che si sottopone al test.

La perdita dell’udito viene misurata in decibel e suddivisa nelle seguenti categorie generali:

  • Da 0 a 25 dB HL: normoacusia, capacità uditiva conservata.
  • Da 26 a 40 dB HL: ipoacusia lieve.
  • Da 41 a 60 dB HL: ipoacusia moderata.
  • Da 61 a 90 dB HL: ipoacusia grave.
  • Da 91 dB HL in poi: ipoacusia profonda.

Per realizzare un audiogramma, l’Audioprotesista del centro acustico fa indossare un paio di cuffie e propone un suono per volta: di solito, si comincia con i suoni della frequenza 1000 Hz più facilmente riconoscibile dall’orecchio umano. Si prosegue con suoni di altre frequenze a diverse intensità, riducendo i dB fino a quando il soggetto non riesce a udire più nulla.

Questa progressione viene ripetuta per ogni frequenza, in modo da poter definire la cosiddetta soglia di udibilità. Bisogna tenere presente che l’audiometria viene effettuato per ciascun orecchio, separatamente. Se necessario, in seguito, viene effettuato il test di conduzione ossea, anch’esso con l’ausilio di uno speciale trasduttore.

Le curve dell’audiogramma sono uno strumento fondamentale perché permettono di escludere o rilevare la presenza di danni a carico dell’orecchio.

Test dell’udito nei bambini

Un buon udito è un aspetto molto rilevante nello sviluppo cognitivo ottimale dei bambini: proprio per questo è opportuno eseguire dei test dell’udito sui neonati e i bambini anche in fase precoce, qualora si dovesse avere il dubbio che i piccoli possano avere delle difficoltà uditive.

Sebbene in passato l’ipoacusia nei neonati venisse diagnosticata solo intorno ai 2 anni di età, oggi è possibile farlo in fasi più precoci assicurando uno sviluppo completo del bambino. Tra i metodi proposti per il test dell’udito nei bambini, ci sono i seguenti:

  • Emissioni otoacustiche: questo esame viene compiuto per testare la funzione cocleare. Le emissioni otoacustiche delle cellule ciliate esterne dell’orecchio vengono misurate utilizzando un microfono molto sensibile: infatti, quando il bambino è sano, le cellule reagiscono con delle vibrazioni al suono emesso dalla sonda.
  • Potenziali evocati uditivi (ABR): si tratta di un esame più approfondito e che prevede l’applicazione di piccoli elettrodi sulla fronte, la nuca e gli zigomi del piccolo mentre indossa una sorta di cuffie. Durante questo test viene valutata la reazione del cervello ai suoni che vengono trasmessi.
  • Esame audiometrico nei bambini (play audiometry): questo esame avviene sotto forma di gioco nei bambini tra i 2 ei 4 anni, facendo indossare loro delle cuffie e proponendo dei suoni.  Ogni volta che il piccolo sente qualcosa deve eseguire un’azione, come premere un pulsante o mettere da parte un blocchetto.

 

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