Come funziona e quando mettere un apparecchio acustico

Gli apparecchi acustici sono dispositivi molto utilizzati per il trattamento di deficit uditivi e ipoacusie in pazienti di tutte le età.Si caratterizzano per l’efficacia elevata e, per questo motivo, vengono costantemente introdotte nuove tecnologie e funzionalità, tra cui il Bluetooth, che permette di collegare direttamente gli apparecchi ai dispositivi elettronici come smartphone e televisione in modo da fruire di un’esperienza di ascolto ottimale senza limiti.  Vediamo di seguito il loro funzionamento e le soluzioni migliori per il trattamento della propria problematica.

Come funzionano gli apparecchi acustici

Gli apparecchi acustici sono dei piccoli dispositivi elettronici applicati dietro o all’interno dell'orecchio. Una prima forma di questi strumenti era già presente nel XVII secolo, ma i dispositivi non erano affatto maneggevoli; si trattava di “cornetti” a forma di imbuto che amplificavano il suono di circa 20-30 dB. Successivamente, nel 1901, l’ingegnere americano Miller R. Hutchinson registrò il brevetto per il primo apparecchio acustico portatile.

In linea generale, gli apparecchi acustici sono composti da tre elementi:

  • microfono che rileva i rumori dell’ambiente circostante
  • processore che riceve i segnali che passano attraverso il microfono, li amplifica e li trasforma in segnali elettrici
  • altoparlante, anche detto ricevitore, che conduce i segnali all’orecchio del soggetto

Il funzionamento degli apparecchi è basato sul concetto che l’amplificazione sonora permetta all’organo del Corti - danneggiato e non perfettamente in salute nelle persone che soffrono di ipoacusia - di riconoscere ed elaborare correttamente i suoni.

È bene sottolineare che questi dispositivi non ripristinano la normale capacità uditiva, ma rappresentano comunque un’ottima soluzione per sopperire al deficit uditivo. Non si tratta di una soluzione definitiva, ma può essere usata con continuità anche per molti anni consecutivi e ha effetti benefici sia sul benessere uditivo sia su quello psicologico.   

Gli apparecchi acustici di ultima generazione sono dotati di tecnologie avanzate che permettono di trattare in maniera efficace e personalizzata tutte le tipologie e i livelli di ipoacusia; usualmente sono integrati con programmi automatici che permettono di adattarsi a ogni situazione ambientale e di regolare le impostazioni in maniera rapida direttamente dallo smartphone.

Inoltre, è opportuno sottolineare che gli apparecchi acustici possono essere indossati sia su un orecchio solo sia su entrambi, in base alle necessità specifiche di ciascuno.

Tipologie di apparecchi acustici

Il progresso tecnologico mette a disposizione differenti tipologie di apparecchi acustici per poter rispondere al meglio alle necessità di tutti i pazienti. Tra i modelli più diffusi ci sono:

  • apparecchi acustici retroauricolari, sono collocati dietro il padiglione auricolare
  • apparecchi acustici endoauricolari, hanno dimensioni più modeste e sono collocati all’interno del condotto uditivo del paziente

Inoltre, gli apparecchi acustici possono essere alimentati da una pila che deve essere periodicamente sostituita, oppure ricaricabili. In questo secondo caso il dispositivo può esser ricaricato attraverso una specifica custodia di ricarica da collegare alla presa di corrente.

Quando effettuare il test dell'udito

In linea generale sono rari i casi in cui l’ipoacusia si presenta in maniera improvvisa: infatti, il processo è piuttosto lento e, questa caratteristica, la rende più difficile da avvertire in tempi rapidi. Tuttavia, la persona può avvertire la presenza di alcuni sintomi o campanelli d’allarme che possono suggerire di rivolgersi rapidamente da uno specialista.

Tra le prime avvisaglie c’è sicuramente una diminuzione della capacità uditiva che porta il soggetto a:

  • chiedere più volte di ripetere parti della conversazione
  • alzare il volume dei dispositivi elettronici
  • non rispondere quando si viene interpellati
  • provare a leggere il labiale del proprio interlocutore

Spesso, inoltre, si percepisce un perenne rumore di fondo, anche se le persone vicine non stanno effettivamente parlando; inoltre, si possono riscontrare delle difficoltà nel percepire in maniera distinta i suoni acuti o particolari parole con le combinazioni consonantiche “sc , sch”; alcuni soggetti possono avvertire un fischio e un ronzio alle orecchie costante.

Nel caso in cui si dovessero avvertire uno o più dei sintomi sopra riportati, è opportuno valutare la possibilità di sottoporsi ad un test dell’udito.

Effettuare il test dell’udito e verificare la presenza o meno di un calo dell’udito è semplice e può comportare un significativo miglioramento della qualità della vita. In particolare, gli anziani, segmento della popolazione più colpito da deficit dell’udito, all’inizio mostrano una certa reticenza nell’accettare questa problematica e indossare gli apparecchi acustici per risolverla. In questo caso, le persone care o vicine possono impegnarsi nell’accompagnare la persona in questo percorso che in realtà si dimostrerà incredibilmente benefico, ristabilendo non solo il benessere uditivo ma anche il benessere psicologico.

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Come interpretare i risultati del test

Il test dell’udito può essere effettuato da un audioprotesista; durante l’esame diagnostico il paziente, indossando una cuffia, ascolta alcuni suoni di intensità variabile e crescente. Il tono più basso percepito è registrato con la frequenza e l’intensità esatta nello specifico momento in cui viene percepito; dalla combinazione di questi due valori viene calcolata la cosiddetta soglia uditiva. Dopo aver eseguito anche l’audiometria vocale, il risultato viene presentato sotto forma di audiogramma.

Si tratta di un’immagine che rappresenta la propria capacità uditiva della persona che si è sottoposta al test dell’udito e valuta quanto si discosti dalla “normalità”. Ogni audiogramma è costituito da un’asse verticale in cui si legge il volume e l’intensità dei toni, misurati in decibel, mentre sull’asse orizzontale vengono riportate la frequenza del tono e l’altezza misurata in Hertz. Tanto più la curva si allontana dalla linea dell’udito normale, maggiore sarà il deficit dell’udito.

Le soluzioni migliori

Una volta effettuato il test uditivo, l’audioprotesista è in grado di identificare il miglior apparecchio acustico per il trattamento della propria problematica. La scelta è quindi determinata dalla gravità del deficit uditivo e dallo stile di vita del paziente. Vediamo di seguito le linee guida principali:

  • l’ipoacusia da lieve a profonda può essere trattata con gli apparecchi acustici retroauricolari (BTE o RITE)
  • l’ipoacusia da lieve a moderata può essere parzialmente risolta indossando degli apparecchi acustici endoauricolari (CIC o IIC)

Si consiglia, infine, di tenere sotto controllo sia il proprio udito sia la manutenzione del proprio apparecchio in modo da garantire sempre la sua massima efficacia. In generale, si stima che la durata di vita media degli apparecchi acustici sia di circa 5 anni ma questo non deve indurre a non effettuare controlli per un periodo così lungo.

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