Ototossicità e farmaci che causano acufeni: cosa sapere

Diversi farmaci, sia prescritti che da banco, possono risultare ototossici, ossia potenzialmente dannosi per l'udito, e causare acufeni. Possono interferire con le cellule ciliate dell'orecchio interno, cruciali per udire e mantenere l'equilibrio. Il fischio nelle orecchie indotto da farmaci ototossici può talvolta risolversi con l'interruzione o l'aggiustamento del dosaggio del farmaco, ma in certi casi può diventare persistente. Non tutti coloro che assumono questi farmaci svilupperanno acufeni, ma alcuni fattori, come l'esposizione a rumori elevati, possono aumentarne il rischio. La dose del farmaco gioca un ruolo chiave nella sua ototossicità. Anche se un farmaco è noto per essere ototossico, l'uso sporadico potrebbe non essere pericoloso, ma il limite sicuro varia a seconda della persona e del tipo di farmaco. È fondamentale valutare i rischi e i benefici, specialmente se il medicinale è vitale, come alcuni trattamenti anticancro. Leggi il nostro articolo per scoprire tutto sulle sostanze ototossiche.

Ototossicità: significato e caratteristiche

L'ototossicità si riferisce agli effetti collaterali dannosi che alcuni farmaci possono avere sull'apparato uditivo e sul sistema dell'equilibrio. Andando nel particolare, queste sostanze penetrano nei liquidi cocleari attraverso la barriera–ematolabirintica provocando danni soprattutto alle cellule ciliate esterne dei giri inferiori della coclea.Questi danni possono manifestarsi sia durante il trattamento farmacologico sia dopo la sua conclusione e possono essere temporanei o permanenti. La gravità dell'impatto sull'udito dipende da vari fattori, tra cui la dose totale assunta, la frequenza delle somministrazioni e le modalità di assunzione del farmaco. 

Gli adulti e gli anziani sono particolarmente a rischio di subire danni ototossici, soprattutto a causa di possibili problemi di funzionalità epatica o renale che possono compromettere l'eliminazione dei principi attivi dei farmaci. Questi effetti possono aumentare così il loro potenziale tossico sull'orecchio. La situazione può peggiorare se si assumono contemporaneamente più farmaci ototossici o se si ha una predisposizione genetica alla perdita dell'udito. Inoltre, poiché nell'età avanzata si verifica comunemente un calo dell'udito, l'impatto di questi farmaci può risultare ancora più significativo

Ototossicità: sintomi e conseguenze

La tossicità di alcuni farmaci e sostanze può danneggiare le strutture dell'orecchio interno, in particolare le cellule della coclea e del vestibolo, oltre al nervo acustico. Questo danno tossico si manifesta tipicamente con sintomi quali vertigini, ipoacusia, iperacusia e acufeni. Nei casi più severi, l'effetto ototossico può causare significative perdite dell'udito, arrivando fino alla sordità totale. La diagnosi di ototossicosi avviene tramite l'identificazione dell'uso di farmaci ototossici e la valutazione mediante esame audiometrico tonale. Inizialmente, si osserva tipicamente una diminuzione simmetrica e bilaterale dell'udito nelle alte frequenze, che può estendersi alle frequenze medie in una fase successiva. Il profilo audiometrico può presentarsi variabile, con una configurazione a "corda molle" che indica un danno nelle frequenze centrali, mentre quelle basse e alte rimangono intatte. È consigliabile eseguire controlli audiometrici periodici durante e dopo il trattamento con farmaci fortemente ototossici per monitorare l'udito nel tempo.

Ototossicità: rimedi e prevenzione

È fondamentale una valutazione medica attenta dei rischi e dei benefici nell'assumere farmaci potenzialmente ototossici, che non escluda anche la possibilità di ricorrere a trattamenti alternativi. Tuttavia, è difficile prevedere la reazione individuale ai farmaci e al loro dosaggio a causa della variabilità delle risposte individuali. È fondamentale evitare l'uso di farmaci ototossici nelle terapie topiche dell'orecchio quando si verifica una perforazione del timpano. Questi farmaci possono essere assorbiti nei fluidi dell'orecchio interno attraversando la membrana secondaria della finestra rotonda. Per monitorare eventuali danni,va sempre eseguito un test dell'udito prima e durante il trattamento con i suddetti farmaci ototossici. Se state assumendo un farmaco ototossico, non smettete senza consultare il medico, che potrebbe ridurre il dosaggio o suggerire alternative meno rischiose per l'udito.

Farmaci ototossici in gravidanza e con neonati

Per prevenire l'ototossicità legata all'uso di farmaci, è essenziale adottare particolari precauzioni in gravidanza e nei confronti dei neonati. Gli antibiotici noti per essere ototossici dovrebbero essere evitati durante la gravidanza, per prevenire potenziali danni al sistema uditivo del feto. Anche i neonati e gli individui con ridotta capacità uditiva dovrebbero evitare tali farmaci quando sono disponibili alternative efficaci. Nel caso sia necessario ricorrere a farmaci ototossici, si raccomanda di utilizzare la dose minima efficace e di monitorare attentamente i livelli ematici, specialmente per i farmaci come gli aminoglicosidi. È consigliabile effettuare un esame audiometrico prima di iniziare il trattamento per valutare lo stato uditivo e proseguire con controlli periodici durante la terapia, dato che i sintomi potrebbero non essere indicatori affidabili di ototossicità. Il rischio di danni uditivi aumenta in presenza di più farmaci ototossici e in pazienti con insufficienza renale, richiedendo un monitoraggio più accurato. È importante evitare l'uso di aminoglicosidi in pazienti con mutazioni genetiche note che aumentano la sensibilità alla loro tossicità. La prevenzione dell'ototossicità in gravidanza e nei neonati richiede un approccio cauto e informato nell'uso di farmaci potenzialmente dannosi per l'udito.
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Elenco dei farmaci ototossici e acufenogeni

Alcuni farmaci possono avere effetti collaterali sull'udito, noti come effetti ototossici. Questo significa che possono danneggiare l'orecchio interno o il nervo uditivo, portando a problemi come la perdita dell'udito, i suoni fastidiosi come fischi o ronzii nelle orecchie (acufeni) o difficoltà di equilibrio. Tra le cause di ototossicità ci sono la dose del farmaco, la durata del trattamento, problemi renali esistenti, la velocità con cui il farmaco viene somministrato, la quantità totale di farmaco preso nel corso della vita, l'assunzione combinata con altri farmaci ototossici e la predisposizione genetica. È importante evitare l'uso di farmaci ototossici direttamente nell'orecchio, specialmente se c'è una perforazione del timpano, per impedire che questi agenti ototossici raggiungano l'orecchio interno e causino danni. Tra i farmaci noti per i loro effetti ototossici ci sono:

  • Antibiotici Aminoglicosidi: Questi includono farmaci come la streptomicina, la neomicina, la kanamicina, l'amikacina, la gentamicina e la tobramicina. La streptomicina, ad esempio, può causare più danni all'equilibrio che all'udito, con possibili effetti permanenti come perdita della sensibilità vestibolare, che influisce sulla capacità di camminare, soprattutto in ambienti bui. La neomicina è particolarmente nociva per l'udito e non dovrebbe essere usata per l'irrigazione di ferite a rischio di assorbimento elevato, che potrebbe portare a sordità.
  • Vancomicina: Questo antibiotico può portare alla perdita dell'udito, specialmente in persone con problemi renali.
  • Azitromicina: Un macrolide che raramente può causare perdita dell'udito, sia temporanea che permanente.
  • Viomicina: Nota per i suoi effetti sia sull'equilibrio che sull'udito.
  • Farmaci Chemioterapici: Soprattutto quelli a base di platino, come il cisplatino e il carboplatino, sono noti per causare acufeni e perdita dell'udito che può essere immediata o ritardata. Esistono diversi tipi di farmaci chemioterapici. Il tipo di farmaco prescritto dipende dal tipo di tumore diagnosticato.I sintomi possono comparire durante il trattamento o a mesi di distanza dalla fine della terapia. L’ipoacusia che provocano in genere si verifica in entrambe le orecchie (ipoacusia neurosensoriale bilaterale) e purtroppo può degenerare fino a portare alla perdita completa dell’udito.
  • Diuretici: Come l'acido etacrinico e la furosemide, specialmente in pazienti con insufficienza renale trattati con antibiotici aminoglicosidici, possono causare perdita dell'udito profonda e permanente.I diuretici sono farmaci prescritti per ridurre la ritenzione di liquidi causata da condizioni quali l’insufficienza cardiaca, la cirrosi, l’edema e l’ipertensione.
  • Salicilati ad Alte Dosi: Come un alto consumo di aspirina, possono provocare ipoacusia e acufeni temporanei. A questa classe di farmaci appartiene anche l’aspirina. L’assunzione di questi farmaci può indurre una riduzione dell’udito associata ad acufene, che si risolve in genere dopo al massimo 72 ore e solo in rari casi causa effetti permanenti.
  • Farmaci Antimalarici: Possono causare acufeni, specialmente se presi a lungo termine o in dosi elevate.
  • Altri farmaci, come gli analgesici (FANS e acetaminofene), possono essere usati da molte persone senza causare problemi di udito. Tuttavia, l'uso a lungo termine o in dosi elevate può essere collegato a effetti negativi sull'udito.

Se si sperimentano problemi di udito o acufeni durante l'assunzione di un farmaco, è importante discuterne con il medico. Potrebbe essere necessario regolare il dosaggio o cambiare farmaco. La consapevolezza e la prevenzione sono fondamentali per proteggere la propria salute uditiva.

Agenti, sostanze e alimenti ototossici

Non sono solo i farmaci a presentare rischi di ototossicità. Anche alcune sostanze di uso comune possono essere dannose per l'udito se consumate eccessivamente. Vengono quindi definite agenti ototossici o sostanze ototossiche. Tra queste, il nostro elenco comprende:

  • Caffeina: presente nel caffè, nel tè e in alcune bevande gassate, può non solo causare cali temporanei dell'udito, ma anche aggravare preesistenti deficit uditivi.
  • Alcool: la sua tossicità può influenzare sia le cellule acustiche della coclea sia le aree uditive del cervello, portando a danni uditivi permanenti.
  • Fumo: la nicotina, danneggiando l'apparato cardiovascolare, essenziale per il mantenimento di un'udito efficiente, può compromettere la salute dell'orecchio.

Acufeni, antibiotici ototossici e aminoglicosidi

Il neuroepitelio dell'orecchio interno è estremamente suscettibile agli effetti tossici di certi antibiotici, in particolare gli aminoglicosidi come la diidrostreptomicina, neomicina, kanamicina, gentamicina e streptomicina, oltre ai macrolidi (ad esempio eritromicina, roxitromicina, azitromicina) e ai glicopeptidi (come la vancomicina). Questi farmaci possono avere diversi impatti negativi sull'udito: per esempio, la streptomicina può causare vertigini e una significativa perdita della sensibilità vestibolare, la neomicina può portare alla sordità, e la gentamicina può compromettere l'equilibrio.

L'ototossicità di questi antibiotici aumenta in relazione a vari fattori, tra cui la dose, la frequenza di utilizzo e la presenza di deficit uditivi preesistenti. Gli aminoglicosidi sono antibatterici ad ampio spettro efficaci contro batteri come l'Escherichia coli, grazie alla loro capacità di inibire la sintesi proteica batterica. Questi antibiotici possono essere somministrati a persone di tutte le età, anche tramite iniezione. Tuttavia, possono causare effetti collaterali seri come acufeni permanenti e perdita dell'udito, specialmente in individui con una storia familiare di sordità, più vulnerabili a tali reazioni avverse.

Antidepressivi ototossici e farmaci per acufene

L'acufene, spesso associato a stati di stress, ansia e depressione, può essere trattato efficacemente con gli antidepressivi. Tuttavia, è importante sapere che alcuni di questi farmaci, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli antidepressivi triciclici, potrebbero aggravare l'acufene in chi ne è già affetto. Inoltre, interrompere bruscamente il trattamento antidepressivo dopo un periodo prolungato può scatenare l'acufene. Questi effetti sono però rari. In caso di fischio nelle orecchie o perdita dell'udito durante la terapia antidepressiva, è cruciale discuterne con il proprio medico. Fortunatamente, esistono diversi antidepressivi non ototossici che rappresentano alternative sicure per chi è sensibile a questi effetti.

Farmaci che causano vertigini

Tra i farmaci che possono avere come effetto collaterale le vertigini, troviamo gli aminoglicosidi, il cisplatino, vari antibiotici e diuretici, oltre a farmaci come i salicilati, il Perampanel, la Fenitoina, il Pregabalin, la Rasagilina, il Riluzolo, la Rufinamide e la Selegilina. Anche alcuni medicinali usati in reumatologia, come l'Allopurinolo, il Febuxostat, la Sulfasalazina, i Bifosfonati, il Denosumab e la Teriparatide, possono causare questo disturbo. In ambito urologico, il Flavoxato e la Prazosina sono noti per poter indurre vertigini.
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Quali tra questi farmaci sono ototossici?

La tabella qui sotto contiene una lista dei principali farmaci da banco e con ricetta sul mercato. Puoi leggere qui se si tratta di sostanze dannose per la tua salute uditiva. Ecco una tabella che indica se i farmaci elencati sono noti per essere ototossici o no:

Farmaco

Ototossicità

Cortisone

No

Tachipirina

No

Letrozolo Femara

No

Maviret

No

Muscoril

No

Nevridol

Non ci sono informazioni univoche

Sidaelud

Non ci sono informazioni univoche

Amoxicilina

No

Deltacortene

No

Anauran

No

  • Farmaco

    • Cortisone

    • Tachipirina

    • Letrozolo Femara

    • Maviret

    • Muscoril

    • Nevridol

    • Sidaelud

    • Amoxicilina

    • Deltacortene

    • Anauran

  • Ototossicità

    • No

    • No

    • No

    • No

    • No

    • Non ci sono informazioni univoche

    • Non ci sono informazioni univoche

    • No

    • No

    • No

Farmaci che causano acufeni: come riconoscerli

Uomo che ha lo sguardo perso nel nulla

Oltre ai farmaci precedentemente menzionati, esistono altri che possono scatenare acufeni, ovvero quella sensazione di suoni quali fischi nelle orecchie, sibili o ronzii percepiti in una o entrambe le orecchie, senza una fonte esterna. Tra questi, i salicilati, categoria che comprende l'aspirina, sono noti per poter temporaneamente diminuire l'udito e provocare acufeni, generalmente risolvibili entro 72 ore. Solo eccezionalmente gli effetti sono duraturi. Anche i diuretici, impiegati per curare ipertensione ed edema, possono indurre una temporanea perdita di udito. Il rischio si amplifica se tali diuretici vengono assunti insieme ad altri farmaci ototossici, aggravando potenzialmente l'acufene. In particolare, i farmaci dei quali bisogna diffidare come terapia per l'acufene sono:

  • l'aspirina, 
  • i farmaci per la pressione arteriosa, 
  • gli antidepressivi,
  • le medicine per il cuore e i beta-bloccanti, 
  • gli inibitori delle monoamminossidasi (anti-MAO), 
  • gli antistaminici, 
  • il chinino, 
  • la carbamazepina,  
  • anestetici locali.

Antibiotici ototossici e acufeni

Gli antibiotici aminoglicosidi, come quelli usati per combattere batteri tipo l'Escherichia coli, possono talvolta provocare effetti collaterali sull'udito, inclusi acufeni e perdita dell'udito, che possono essere permanenti. La sensibilità a questi effetti può variare da persona a persona, ed è maggiore in chi ha una storia familiare di problemi uditivi. Questi farmaci, che includono sostanze come la streptomicina e la gentamicina, possono avere effetti diversi, come vertigini o difficoltà di equilibrio. Il rischio di danni all'udito può aumentare in base a diversi fattori, come la dose del farmaco, la frequenza di assunzione e la presenza di condizioni uditive preesistenti.

Tranquillanti, benzodiazepine e acufeni

Le benzodiazepine, farmaci tranquillanti prescritti per disturbi come ansia e insonnia o per aiutare nelle dipendenze, possono occasionalmente provocare acufeni, soprattutto con un uso prolungato. Per ridurre il disagio causato dall'acufene, è comune l'utilizzo di tranquillanti e altri farmaci specifici.

Analgesici, acufene e antinfiammatori

Gli analgesici, disponibili sia da banco che su ricetta, alleviano dolori come artrite e tendinite. Tra questi, i FANS e l'acetaminofene sono i più comuni. Sebbene milioni di persone li assumano senza problemi, l'uso prolungato a dosi elevate può portare ad acufeni, generalmente temporanei ma talvolta persistenti. Una ricerca su oltre 69.000 donne ha collegato l'uso frequente di aspirina, FANS e acetaminofene a un aumento di acufeni continui.

Acufene e pressione alta: Beta-bloccanti

I betabloccanti, farmaci impiegati per controllare l'ipertensione, possono incrementare il rischio di acufene, specialmente negli adulti più anziani, dove la pressione alta è già un fattore di rischio noto per generare un costante rumore in testa. Alcuni di questi farmaci, come il Bisoprololo e il Nebivololo, possono occasionalmente provocare acufene come effetto collaterale. Anche i diuretici dell'ansa, utilizzati per trattare sia l'ipertensione che l'edema, possono indurre una perdita di udito reversibile, con rischi aumentati se combinati con altri farmaci ototossici. Gli ACE-inibitori, un'altra categoria di medicinali per l'ipertensione, possono anch'essi causare acufene in alcuni casi.
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Effetti collaterali del cortisone per le orecchie

I corticosteroidi, come il Deltacortene, sono farmaci utilizzati per trattare varie condizioni, ma possono avere effetti collaterali sulle orecchie, causando spesso la sensazione di orecchio tappato. Gli effetti indesiderati dipendono dalla forma del farmaco (pillole, gocce, spray, iniezioni), dalla dose, dalla durata del trattamento e dall'età del paziente. I bambini e gli anziani possono essere più sensibili. Effetti temporanei possono includere cambiamenti comportamentali e aumento di peso nei bambini. Gli spray e gli aerosol di solito hanno meno effetti collaterali, ma possono causare irritazioni come mal di gola o raucedine. Le iniezioni possono provocare rossore e gonfiore localizzato. In casi rari, il trattamento a lungo termine con dosi elevate può portare a condizioni più serie come aumento della pressione sanguigna, diabete o problemi ossei. È fondamentale monitorare questi effetti e regolare il trattamento se necessario. Anche se raro, è possibile avere una reazione allergica ai corticosteroidi, che richiede attenzione medica immediata.

Casi di acufene sparito con cortisone: cosa sapere

Numerosi studi hanno mostrato come il trattamento con glucocorticoidi, ad esempio il cortisone, possa contribuire alla riduzione dell'acufene, soprattutto quando somministrati direttamente nell'orecchio attraverso la membrana timpanica. L'uso di gocce auricolari a base di cortisone è consigliato prevalentemente nei casi di significativa infiammazione dell'orecchio ed è solitamente prescritto dal medico per periodi brevi, intorno alla settimana. Questa terapia offre un rapido sollievo dal dolore e dal disagio associati al fischio nelle orecchie, grazie anche alla versatilità delle modalità di somministrazione, che includono iniezioni endovenose, trattamenti orali o locali. Tuttavia, è importante sottolineare che il cortisone fornisce un sollievo temporaneo dai sintomi senza affrontare le cause sottostanti dell'acufene.

Bentelan e altri farmaci per orecchie tappate

Per alleviare la sensazione di orecchie tappate, esistono vari farmaci utili. Prodotti come Sobrepin NASAL e Rinofluimucil possono essere impiegati per ridurre la congestione nasale, spesso associata a problemi alle orecchie e alla gola. Rinoclenil Spray rappresenta un'ottima opzione anche in presenza di rinite allergica o vasomotoria. Per quanto riguarda l'uso del Bentelan in casi di otite, si raccomanda una posologia di 0.5 compresse ogni 12 ore nei primi tre giorni, seguita da una compressa al giorno per i successivi quattro giorni. Il Bentelan è indicato per una varietà di condizioni che richiedono trattamento con corticosteroidi, come asma, allergie, dermatosi infiammatorie e patologie infiammatorie croniche, incluse artrite reumatoide, colite ulcerosa e spondilite anchilosante, oltre a certe patologie neoplastiche.

Farmaci per acufene: sono pericolosi?

Troverai qui una guida esaustiva all'uso dei principali farmaci utilizzati nella cura del fischio nelle orecchie. Se state assumendo un farmaco acufenogeno, non smettete senza consultare il medico, che potrebbe ridurre il dosaggio o suggerire alternative meno rischiose per l'udito.

Oki per acufene: è pericoloso?

Al momento non esiste una cura farmacologica diretta per l'acufene, ma è possibile ricorrere a vari tipi di farmaci come vasodilatatori, antistaminici e corticosteroidi per gestirne i sintomi. L'Oki, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche, può offrire un sollievo rapido. Tuttavia, non può rimpiazzare specifici trattamenti come gli antibiotici per l'otite catarrale o le terapie antimicotiche per le infezioni fungine dell'orecchio (micosi dell'orecchio).

Tachipirina e acufene cervicale: farmaci da usare

L'uso di Tachipirina o aspirina per trattare il fischio alle orecchie, anche noto come acufene, è sconsigliato. Studi hanno mostrato che l'assunzione regolare di acido acetilsalicilico (aspirina) o paracetamolo (Tachipirina) per più giorni consecutivi può aumentare il rischio di sviluppare acufene di quasi il 20%. Questo rischio cresce ulteriormente con l'incremento della frequenza di utilizzo di questi farmaci.

Cardioaspirina e acufeni: si può usare il farmaco?

Molti cardiologi prescrivono cardioaspirina con dosaggio giornaliero. Tuttavia, emergono preoccupazioni circa gli effetti collaterali di questo farmaco, in particolare sul rischio di acufeni e ipoacusia, dovuti alla sua potenziale tossicità per l'orecchio interno. Si discute anche dell'estratto di Ginkgo Biloba come trattamento alternativo per il fischio alle orecchie, sebbene non sia compatibile con la cardioaspirina. Prima di considerare una modifica del trattamento e l'eventuale uso di rimedi naturali per l'acufene è cruciale valutare attentamente la necessità della cardioaspirina per la condizione cardiaca del paziente. La decisione di interrompere la cardioaspirina richiede una valutazione medica dettagliata per garantire un approccio terapeutico completo e sicuro, che tenga conto della salute cardiovascolare e del benessere uditivo.

Xanax e acufeni: si può usare questo farmaco?

Non vi è un legame diretto tra la cessazione dell'uso di Xanax e la manifestazione dell'acufene. È consigliabile effettuare una visita specializzata e sottoporsi agli esami audiologici appropriati per indagare i sintomi riportati. I farmaci anti-ansia, inclusi quelli come l'Alprazolam (Xanax), possono contribuire a mitigare l'acufene rendendo i suoi sintomi meno disturbanti e migliorare la qualità della vita del paziente. Questi medicinali possono essere utili anche per affrontare l'insonnia causata dal fischio nelle orecchie. È importante non assumere questi farmaci senza una prescrizione medica specifica. In caso di acufene da stress, è consigliato sottoporsi a una visita audiologica specialistica.

Quando non usare Acufen plus: effetti collaterali

Acufen Plus è un integratore alimentare formulato per contrastare disturbi come l'ipoacusia e gli acufeni, ovvero quei fastidiosi fischi o ronzii che si possono percepire all'interno dell'orecchio. Grazie a una combinazione di estratti vegetali come Biancospino e Valeriana, e arricchito da gruppi vitaminici, Triptofano e Luppolo, Acufen Plus agisce favorendo il benessere dell'orecchio interno e promuovendo un effetto rilassante sul sistema nervoso. Gli ingredienti naturali come il Ginkgo Biloba migliorano la circolazione nel microcircolo dell'orecchio, riducendo così i sintomi associati agli acufeni.

È importante ricordare che Acufen Plus non deve essere utilizzato come sostituto di una dieta equilibrata e che è sempre bene consultare un medico in caso di gravidanza, allattamento o se si stanno assumendo farmaci specifici, come anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici. Infine, è bene tenere Acufen Plus lontano dalla portata dei bambini sotto i tre anni.

Stugeron e cinnarizina per acufeni: si può usare?

La cinnarizina è un farmaco spesso impiegato per migliorare la circolazione, utile anche per chi soffre di acufeni che possono influire sulla qualità della vita. Agendo sul flusso sanguigno, la cinnarizina può aiutare a mitigare i sintomi legati a disturbi della circolazione, inclusi persistenti ronzii o fischi all'orecchio. Viene commercializzata sotto il nome di Stugeron per acufeni.

Per chi affronta questo problema, l'approccio corretto consiste nell'utilizzare la cinnarizina sotto stretta supervisione medica. È importante, infatti, valutare attentamente l'uso prolungato di questo medicinale, poiché, come per molti trattamenti, può provocare effetti collaterali che non vanno sottovalutati. Tra questi il rischio di sviluppare sintomi simili al parkinsonismo.

Sebbene la cinnarizina possa offrire un sollievo, è fondamentale consultare un neurologo per una gestione personalizzata del disturbo uditivo. Oltre alla cinnarizina, esistono altre opzioni terapeutiche specifiche per gli acufeni. Infine, si raccomanda di limitare il consumo di caffè durante il trattamento, per evitare di peggiorare i sintomi uditivi. Ricordiamo che la ricerca continua a cercare soluzioni più efficaci contro gli acufeni, una condizione diffusa e spesso sottovalutata.

Lexotan per acufeni: si può usare?

Molte persone che soffrono di acufeni, che si manifestano come persistenti e fastidiosi suoni, fischi o ronzii nell'orecchio, trovano un sollievo temporaneo nel Lexotan, utilizzato per migliorare la qualità del sonno. Il Lexotan, appartenente alla famiglia delle benzodiazepine, può effettivamente aiutare a ottenere da 6 a 7 ore di riposo notturno, fornendo un certo grado di conforto a chi soffre di questo disturbo.

Tuttavia, è importante considerare con attenzione l'utilizzo prolungato di farmaci come Lexotan e simili. La questione centrale è il rischio di sviluppare tolleranza al farmaco, oltre ad altre possibili complicazioni legate all'uso a lungo termine. Le benzodiazepine possono causare effetti collaterali quali sonnolenza diurna, difficoltà nella coordinazione e nel discorso, che si manifestano con sintomi come atassia e disartria. Inoltre, sebbene un sovradosaggio di Lexotan raramente costituisca una minaccia immediata alla vita se assunto da solo, è fondamentale essere consapevoli che l'abuso può portare a conseguenze severe, inclusi disturbi respiratori e compromissione delle funzioni cardiache. Per questi motivi, è essenziale che chiunque consideri l'uso di questo farmaco per contrastare gli acufeni lo faccia sotto stretta supervisione medica, valuti attentamente i benefici rispetto ai rischi potenziali e esplori, ove possibile, alternative terapeutiche.

Quando non usare Acuval audio: effetti collaterali

Acuval Audio è un integratore alimentare pensato per chi soffre di fastidiosi ronzii o fischi nell'orecchio. Questo prodotto mira a migliorare l'efficienza del sistema microvascolare, contribuendo così a ridurre i sintomi degli acufeni. Tuttavia, è importante sapere che un uso eccessivo di Acuval Audio può portare a effetti lassativi. Chi assume farmaci che influenzano la coagulazione del sangue dovrebbe consultare un medico prima di iniziare il trattamento con Acuval Audio. Inoltre, l'uso di questo integratore non è consigliato durante la gravidanza e l'allattamento, e deve essere tenuto fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni di età.
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FAQ sui farmaci ototossici e acufenogeni

Quali sono i farmaci ototossici?

I farmaci comuni ototossici comprendono aminoglicosidi, farmaci chemioterapici a base di platino e salicilati ad alte dosi. 

Cosa vuol dire ototossici?

"Ototossici" si riferisce a sostanze, come certi farmaci o composti chimici, che possono danneggiare l'orecchio interno o il nervo uditivo, provocando problemi di udito o equilibrio. Questi effetti possono essere temporanei o permanenti, e possono interessare l'udito, causando perdita dell'udito, acufeni (suoni come fischi o ronzii percepiti senza una fonte esterna), o influire sulla capacità di mantenere l'equilibrio.

Cosa può provocare l'acufene?

L'acufene, quella percezione di suoni come fischi, ronzii o sibili nelle orecchie senza una fonte esterna, può avere diverse cause:

  • Esposizione a rumori forti: concerti, macchinari pesanti, esplosioni, possono danneggiare le cellule dell'orecchio interno.
  • Perdita dell'udito legata all'età: comunemente inizia intorno ai 60 anni.
  • Ostruzione del condotto uditivo: causata da cerume, infezioni o corpi estranei.
  • Alterazioni dell'orecchio medio o interno: come otosclerosi o malattie che colpiscono queste strutture.
  • Disturbi del nervo uditivo: possono essere provocati da tumori o altre condizioni che comprimono il nervo.
  • Farmaci ototossici: alcuni antibiotici, farmaci antinfiammatori non steroidei, diuretici e chemioterapici possono provocare acufeni temporaneo o permanente.
  • Problemi alla mandibola e al collo: bruxismo, disfunzioni dell'articolazione temporo-mandibolare (ATM) o tensioni nel collo possono influire sull'udito.
  • Condizioni di salute: ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete, disturbi della tiroide, anemia e malattie autoimmuni possono essere correlate all'acufene.
  • Stress e ansia: possono non solo causare l'acufene ma anche aggravarlo.

Spesso, l'acufene è il risultato di una combinazione di fattori e, in molti casi, la causa esatta rimane sconosciuta.

Quali sono i farmaci che provocano l'acufene?

Tra questi, i salicilati, come l'aspirina, possono temporaneamente ridurre l'udito e causare acufeni, solitamente risolvibili entro 72 ore. Raramente, gli effetti diventano permanenti. Anche i diuretici dell'ansa, utilizzati per trattare ipertensione ed edema, possono portare a una perdita di udito reversibile. Tuttavia, se combinati con altri farmaci ototossici, gli effetti sulla capacità di udire possono essere più seri.

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