
Barotrauma dell'orecchio: sintomi, cause e rimedi
Il barotrauma è una lesione che interessa una o più strutture dell’orecchio medio, provocata da un rapido cambiamento della pressione ambientale che non viene adeguatamente bilanciato dai normali meccanismi fisiologici dell’orecchio. Sebbene spesso associato a forti sbalzi pressori, il barotrauma può manifestarsi anche in presenza di modeste variazioni di pressione, soprattutto in soggetti con patologie della tuba di Eustachio, dell’orecchio medio o del naso. La tuba di Eustachio – o tromba uditiva – è la struttura deputata a mantenere l’equilibrio pressorio tra l’interno dell’orecchio e l’ambiente esterno. Si tratta di un canale lungo circa 3–4 cm che collega l’orecchio medio al rinofaringe (la parte posteriore del naso), permettendo il ricambio d’aria nella cassa timpanica. Alterazioni anatomiche o funzionali della tuba, come difficoltà di apertura, conformazioni ristrette o anomalie cranio-facciali, aumentano il rischio di barotrauma. Anche la presenza di muco o infiammazione dovuta a raffreddore, riniti, faringiti o influenze può compromettere la sua funzione. Un repentino aumento della pressione esterna può spingere il timpano verso l’interno, causando dolore, ipoacusia, sensazione di orecchio tappato, acufeni e, nei casi più gravi, vertigini o danni strutturali. Leggi nel nostro articolo sintomi, cause e terapide del barotrauma auricolare.
Barotrauma dell’orecchio: cos’è e quando si verifica
Il barotrauma è una lesione causata da uno squilibrio tra la pressione interna di un organo contenente aria e quella esterna. Quando la differenza di pressione non viene correttamente compensata, può esercitare una forza eccessiva sui tessuti circostanti, causando trazione, stiramento o addirittura lacerazioni.
Questa condizione si verifica più spesso in contesti in cui si affrontano rapide variazioni di pressione, come durante le immersioni subacquee o i voli aerei. In particolare, l’orecchio è l’organo più frequentemente coinvolto, ma anche i polmoni possono essere interessati, soprattutto in situazioni come la ventilazione meccanica.
Barotrauma dell’orecchio: medio e interno
L’orecchio può essere soggetto a due forme principali di barotrauma:
- Barotrauma dell’orecchio medio (otite media barotraumatica), che è il più comune, si manifesta quando la tuba di Eustachio non riesce a compensare adeguatamente la pressione tra l’ambiente esterno e l’orecchio medio. Questo può provocare dolore, ovattamento, riduzione dell’udito, acufeni e, in alcuni casi, perforazione del timpano.
- Barotrauma dell’orecchio interno (otite interna barotraumatica), meno frequente ma più serio, può insorgere quando la differenza di pressione danneggia le delicate strutture della coclea o del vestibolo. Può causare sintomi più gravi come forte perdita uditiva improvvisa, vertigini intense, instabilità e acufeni persistenti. Questo tipo di barotrauma è più raro ma potenzialmente permanente se non trattato tempestivamente.
Quando succede e chi è più a rischio?
I soggetti maggiormente esposti al rischio di barotrauma sono:
- Subacquei, soprattutto durante la fase di discesa o risalita troppo rapida;
- Passeggeri di aerei, in particolare durante la fase di decollo e atterraggio;
- Persone con infezioni o congestioni delle vie respiratorie superiori, che rendono più difficile la compensazione della pressione;
- Pazienti sottoposti a ventilazione meccanica, nei quali il barotrauma può coinvolgere i polmoni.
Prevenzione e trattamento
Per prevenire il barotrauma dell’orecchio, è utile:
- Evitare immersioni o viaggi aerei in presenza di raffreddore o sinusite;
- Utilizzare tecniche di compensazione come la manovra di Valsalva, sbadigli o masticazione;
- Fare uso di decongestionanti o antistaminici in caso di congestione nasale (sempre su consiglio medico);
Nei casi più gravi, consultare tempestivamente uno specialista otorinolaringoiatra per evitare danni permanenti.

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Barotrauma polmonare: cos'è e come si manifesta
Il barotrauma polmonare è una condizione che si verifica quando una variazione anomala della pressione provoca un’eccessiva distensione degli alveoli polmonari, con conseguente rischio di rottura. Questo tipo di barotrauma può colpire sia i subacquei, durante immersioni con risalita rapida, sia i pazienti sottoposti a ventilazione meccanica, in cui l’insufflazione forzata dell’aria può alterare la pressione interna degli alveoli.
Nel contesto della ventilazione meccanica, il barotrauma si verifica quando l’aria somministrata a pressione elevata provoca una sovradistensione polmonare. Questo può portare a complicazioni come pneumotorace (presenza di aria nello spazio pleurico), pneumomediastino (aria nel mediastino) o enfisema sottocutaneo (aria nei tessuti sotto la pelle).
I sintomi del barotrauma polmonare possono includere dolore toracico improvviso, difficoltà respiratoria, riduzione dei suoni respiratori e sensazione di enfisema. In presenza di pneumotorace, può essere necessario l’intervento medico urgente con drenaggio toracico. La prevenzione, soprattutto in ambito clinico, si basa su una corretta impostazione dei parametri ventilatori per evitare pressioni troppo elevate durante l’assistenza respiratoria.
Altre tipologie di barotrauma
Il barotrauma può interessare diversi organi del corpo, in base a quale cavità aerea viene coinvolta dallo sbalzo pressorio. Le manifestazioni variano in funzione dell’area colpita, ma le sedi più frequentemente interessate sono l’orecchio medio, i polmoni, gli occhi, i seni paranasali e i denti.
Quando il barotrauma riguarda l’orecchio medio, può provocare disturbi che vanno da un’otite barotraumatica fino alla perforazione del timpano. I sintomi includono ovattamento, acufeni, mal di testa, sensazione di disorientamento e, nei casi più gravi, dolore acuto, vertigini, fuoriuscita di sangue o liquido dall’orecchio, perdita dell’udito, nausea e vomito. Nel caso dei polmoni, il barotrauma può determinare una sovradistensione degli alveoli, che può evolvere in pneumotorace o pneumomediastino. Particolarmente a rischio sono i pazienti sottoposti a ventilazione meccanica, in cui la pressione positiva esercitata all’interno dei polmoni può causare la rottura degli alveoli con accumulo d’aria nello spazio pleurico. I sintomi includono dolore toracico, difficoltà respiratoria, senso di fame d’aria ed emottisi. Il coinvolgimento degli occhi può provocare la rottura dei capillari oculari e portare a emorragie sottocongiuntivali, mentre quando vengono interessati i seni paranasali, il sintomo più frequente è l’epistassi (sanguinamento dal naso). Infine, nel caso dei denti, soprattutto in presenza di otturazioni imperfette, la variazione pressoria può causare l’implosione di capsule dentali, con conseguente dolore acuto.



Barotrauma dell'orecchio: quanto dura in genere?
Quanto dura un barotrauma?
Il recupero dell’udito
Come prevenire il barotrauma dell’orecchio
Per evitare l’insorgenza del barotrauma, soprattutto in situazioni a rischio come voli o immersioni, ecco alcune semplici strategie:
- Manovra di Valsalva: chiudere il naso e soffiare delicatamente per aiutare a bilanciare la pressione.
- Masticare gomme o deglutire: azioni che favoriscono l’apertura della tuba di Eustachio.
- Sbadigliare: anche questo gesto può contribuire ad aprire la tuba e ridurre la pressione interna.
- Evitare l’acqua fredda: specialmente durante le immersioni, poiché può peggiorare i sintomi.
- Usare tappi auricolari appositi: utili per proteggere l’orecchio durante l’esposizione a variazioni di pressione.
- Assumere antistaminici (su consiglio medico): in caso di congestione nasale, possono aiutare a mantenere la tuba di Eustachio libera.
Quando è il caso di rivolgersi a un medico?
Anche se spesso il barotrauma si risolve da solo, è importante consultare uno specialista se:
- i sintomi persistono oltre 2-3 ore senza miglioramenti;
- si avverte dolore intenso all’orecchio;
- si nota una perdita uditiva continua;
- fuoriesce sangue o liquido dal condotto uditivo.

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Barotrauma dell'orecchio: sintomi da riconoscere
Il barotrauma è una lesione che colpisce una o più strutture dell’orecchio medio, provocata da una variazione improvvisa della pressione esterna che non viene adeguatamente compensata dai meccanismi fisiologici dell’orecchio. Sebbene si manifesti più comunemente in condizioni di forti sbalzi pressori, può insorgere anche in presenza di differenze di pressione minime, specialmente in soggetti con patologie a carico dell’orecchio medio, della tuba di Eustachio o del naso. La tuba di Eustachio, nota anche come tromba uditiva, è il canale lungo circa 3-4 centimetri che collega la cassa timpanica con il rinofaringe. Il suo compito principale è quello di aerare l’orecchio medio e di mantenere costante il bilanciamento della pressione tra l’interno dell’orecchio e l’ambiente esterno. Alterazioni anatomiche o funzionali della tuba – come una difficoltà nell’apertura, un calibro ridotto o malformazioni craniche – possono compromettere questo equilibrio e favorire la comparsa del barotrauma. Anche infezioni, infiammazioni o la presenza di muco nella tuba e nel naso (ad esempio durante un’influenza, una rinite o una faringite) rappresentano fattori predisponenti.
Come capire se si ha un barotrauma? Tra i principali sintomi dell’otite barotraumatica rientrano dolore all’orecchio, sensazione di ovattamento o “orecchio chiuso”, riduzione della capacità uditiva, acufeni (fischi o ronzii) e vertigini. Questi sintomi derivano dalla pressione eccessiva esercitata sul timpano, che viene spinto verso l’interno dell’orecchio medio, compromettendone la normale funzione. Durante la visita otorinolaringoiatrica, il medico può osservare un timpano retratto, arrossato o, nei casi più gravi, perforato. L’esame audiometrico tonale può rivelare una perdita uditiva trasmissiva, soprattutto sulle frequenze più basse. Se il barotrauma coinvolge anche le strutture cocleari, si può riscontrare una perdita uditiva mista, con danni sia al sistema di trasmissione del suono che alle cellule sensoriali dell’orecchio interno.
Otite barotraumatica: cos'è e come intervenire
Otite barotraumatica: tempi di guarigione
L’otite barotraumatica tende a risolversi spontaneamente nel giro di pochi giorni e, nella maggior parte dei casi, non richiede interventi medici particolari. I sintomi, seppur fastidiosi, migliorano rapidamente, anche se in alcune situazioni possono durare qualche settimana.
- Durata e decorso: Nella maggior parte dei casi, il disturbo si attenua nel giro di pochi minuti, ore o giorni, soprattutto se non ci sono lesioni significative all’orecchio medio o al timpano.
- Gestione dei sintomi: Il trattamento è generalmente volto ad alleviare il disagio, con farmaci antidolorifici da banco e, talvolta, gocce auricolari per ridurre infiammazione e dolore.
- Quando è necessario un intervento specialistico: Nei casi più gravi, come in presenza di una perforazione del timpano o di danni più estesi, può essere richiesto un consulto otorinolaringoiatrico. In tali situazioni, si può ricorrere a procedure come la miringotomia per drenare eventuali liquidi, o in rari casi, a un intervento chirurgico riparativo.
- Udito: La perdita uditiva associata all’otite barotraumatica è solitamente transitoria e si risolve entro pochi giorni o settimane. Tuttavia, se il deficit uditivo persiste oltre un mese, è consigliabile consultare uno specialista.
Barotrauma dell'orecchio: cause più comuni
Il barotrauma dell’orecchio si verifica quando la pressione tra l’ambiente esterno e l’orecchio medio non viene adeguatamente compensata attraverso la tuba di Eustachio. Questo squilibrio può causare danni al timpano e alle strutture circostanti, soprattutto in presenza di alcune condizioni predisponenti. Le cause più comuni includono:
- Viaggi in aereo, specialmente durante decollo e atterraggio, a causa dei rapidi cambiamenti di altitudine e pressione atmosferica.
- Immersioni subacquee o apnea, dove l’aumento della pressione in profondità può provocare un forte stress sull’orecchio medio.
- Tuffi in piscina, se eseguiti con discesa rapida senza adeguata compensazione.
- Spostamenti in montagna, che comportano variazioni altimetriche significative in tempi brevi.
- Disfunzione tubarica, ovvero una difficoltà della tuba di Eustachio ad aprirsi correttamente, spesso legata a raffreddori, sinusiti, riniti allergiche o infiammazioni delle vie respiratorie superiori.
Barotrauma dell'orecchio e viaggi in aereo
Il barotrauma dell’orecchio è un disturbo che può verificarsi durante i viaggi in aereo, specialmente nelle fasi di decollo e atterraggio, quando la pressione atmosferica cambia rapidamente. Questo squilibrio pressorio può causare dolore, ovattamento, acufeni, vertigini e, nei casi più gravi, la perforazione del timpano.
Durante un volo, la tuba di Eustachio ha il compito di equilibrare la pressione tra l’ambiente esterno e l’orecchio medio. Se questa struttura non funziona correttamente – ad esempio in caso di raffreddore, allergie o disfunzione tubarica – la pressione interna non riesce a compensarsi, provocando il barotrauma.
Per ridurre il rischio di otite barotraumatica in aereo, è consigliabile:
- deglutire, masticare o sbadigliare frequentemente;
- eseguire la manovra di Valsalva (soffiare con il naso tappato);
- evitare di volare in caso di infezioni respiratorie;
- usare decongestionanti nasali prima del volo (su consiglio medico).
In caso di sintomi persistenti, è importante consultare un otorinolaringoiatra per valutare la necessità di una terapia mirata.
Barotrauma da immersione e apnea
L’otite barotraumatica può verificarsi durante attività acquatiche come tuffi in piscina, apnea o immersioni subacquee. Questo tipo di barotrauma è causato da una variazione rapida della pressione esterna che non viene compensata correttamente a livello dell’orecchio medio. Durante la discesa sott’acqua, la pressione aumenta e, se la tuba di Eustachio non riesce a bilanciare la pressione interna dell’orecchio, si può verificare un danno alle strutture timpaniche.
Il barotrauma da immersione è una delle principali cause di dolore auricolare tra i subacquei. Può colpire anche durante semplici tuffi in piscina, se eseguiti con rapidità e senza una corretta compensazione. Chi pratica apnea è particolarmente esposto, in quanto la discesa è spesso rapida e senza l’uso di strumenti per regolare la pressione. I sintomi del barotrauma dell’orecchio da immersione includono dolore, ovattamento, acufeni, vertigini e, nei casi più gravi, sanguinamento o perdita dell’udito. La prevenzione si basa sull’esecuzione di manovre di compensazione come la manovra di Valsalva e sull’evitare immersioni se si è congestionati o raffreddati. In presenza di sintomi persistenti, è necessario consultare un otorinolaringoiatra.
Barotrauma dell'orecchio in montagna
Sinusite e otite barotraumatica
Otite barotraumatica: conseguenze comuni
L’otite barotraumatica è una condizione che si verifica quando l’orecchio medio subisce uno squilibrio pressorio rispetto all’ambiente esterno, tipicamente durante viaggi in aereo, immersioni subacquee o cambi di altitudine. Questo squilibrio può causare un danno alla membrana timpanica e alle strutture circostanti, con conseguenze di diversa entità. Le conseguenze più comuni dell’otite barotraumatica includono:
- Dolore auricolare: spesso acuto o pulsante, è il sintomo più immediato del barotrauma.
- Ipoacusia: la perdita dell’udito può essere temporanea e varia da lieve a moderata, a seconda della gravità del danno.
- Timpano retratto o perforato: la pressione negativa può causare il rientramento della membrana timpanica o, nei casi più gravi, la sua rottura.
- Sensazione di orecchio ovattato o tappato, legata all’accumulo di liquidi o all’infiammazione dell’orecchio medio.
- Acufeni: fischi o ronzii possono comparire in seguito all’irritazione delle strutture sensoriali dell’orecchio.
- Vertigini o instabilità: se il danno coinvolge anche l’orecchio interno, possono verificarsi disturbi dell’equilibrio.
In genere, questi effetti sono temporanei, ma se i sintomi persistono è fondamentale consultare uno specialista per evitare complicanze a lungo termine.
Acufene da barotrauma: cosa sapere
L’acufene da barotrauma è una condizione in cui si percepiscono ronzii, fischi o suoni anomali nell’orecchio, a seguito di una variazione improvvisa o prolungata della pressione ambientale. Questo disturbo può insorgere in situazioni come viaggi in aereo, immersioni subacquee o cambi di quota rapidi, specialmente quando la tromba di Eustachio non riesce a bilanciare correttamente la pressione tra l’orecchio medio e l’esterno.
- Cause: Il barotrauma può danneggiare le strutture sensibili dell’orecchio medio o interno, generando irritazioni o microtraumi che si traducono nella percezione dell’acufene. Anche una semplice infiammazione della tromba di Eustachio può contribuire al problema.
- Sintomi associati: Oltre ai suoni fastidiosi, l’acufene da barotrauma può essere accompagnato da dolore, ovattamento, sensazione di orecchio tappato e, in alcuni casi, da vertigini o perdita temporanea dell’udito.
- Trattamento: Nella maggior parte dei casi, il disturbo si risolve spontaneamente. Possono essere utili decongestionanti nasali, antidolorifici o manovre di compensazione come la deglutizione o la manovra di Valsalva. Se i sintomi persistono oltre qualche settimana, è opportuno consultare un otorinolaringoiatra.
- Prevenzione: Durante viaggi aerei o immersioni, è utile equilibrare regolarmente la pressione con manovre adeguate e proteggersi in caso di raffreddore o allergie.
Barotrauma e timpano retratto
Rottura del timpano e barotrauma
La rottura del timpano, nota anche come perforazione timpanica, può rappresentare una complicanza seria del barotrauma dell’orecchio, una condizione che si verifica in seguito a un rapido cambiamento di pressione atmosferica. Situazioni come viaggi in aereo, immersioni subacquee o forti sbalzi di quota possono provocare uno squilibrio tra la pressione esterna e quella dell’orecchio medio. Se questo squilibrio non viene compensato correttamente attraverso la tuba di Eustachio, il timpano può subire una tensione eccessiva fino a lacerarsi.
La rottura timpanica da barotrauma si manifesta solitamente con dolore acuto e improvviso, che talvolta viene percepito come un "clic" o uno "scoppio", seguito da una rapida diminuzione del dolore nel momento in cui la membrana si perfora. A questo possono seguire ipoacusia improvvisa, acufeni, fuoriuscita di liquidi o sangue dal condotto uditivo esterno (otorragia) e, in alcuni casi, vertigine o nausea, soprattutto se viene coinvolto l’orecchio interno. La perforazione può inoltre favorire l’insorgenza di un’otite media batterica, a causa dell’ingresso di liquidi o agenti patogeni.
La diagnosi viene effettuata da un otorinolaringoiatra, che tramite otoscopia è in grado di osservare direttamente lo stato della membrana timpanica. In presenza di perforazione, il medico valuterà anche eventuali segni di infezione o infiammazione. Talvolta può essere richiesto un esame audiometrico per misurare l’impatto della lesione sulla capacità uditiva.
Il trattamento dipende dalla gravità della lesione e dalla presenza di infezione. In molti casi, soprattutto se la perforazione è piccola e non infetta, il timpano può guarire spontaneamente entro 4–6 settimane. Durante questo periodo è fondamentale proteggere l’orecchio dall’acqua, evitare l’uso di cotton fioc e non eseguire manovre di compensazione forzate (come la manovra di Valsalva), che potrebbero aggravare il danno.
Se è presente dolore o infiammazione, si possono assumere analgesici o antinfiammatori da banco, come paracetamolo o ibuprofene. In caso di infezione conclamata o rischio elevato, il medico può prescrivere antibiotici per via orale, come amoxicillina o associazioni con acido clavulanico. Le gocce otologiche antibiotiche o cortisoniche possono essere indicate, ma solo se la perforazione è confermata e sotto stretto controllo medico, poiché alcune formulazioni non devono essere utilizzate in presenza di timpano aperto.
Se la membrana timpanica non si richiude spontaneamente entro 6–8 settimane, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico di miringoplastica, volto a riparare la perforazione e prevenire danni uditivi permanenti.
Infine, la prevenzione è fondamentale. È consigliato evitare viaggi in aereo o immersioni subacquee quando si è raffreddati o con le vie aeree ostruite, usare spray decongestionanti nasali nei giorni precedenti al volo (ma solo per brevi periodi) e compensare la pressione in modo delicato, con sbadigli, deglutizione o gomme da masticare. Un’adeguata gestione della pressione può evitare complicanze e preservare la salute dell’orecchio.
Barotrauma acustico cronico

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Prevenzione dell'otite barotraumatica
L’otite barotraumatica è causata da uno squilibrio di pressione tra l’ambiente esterno e l’orecchio medio, spesso durante viaggi in aereo, immersioni o rapidi cambi di quota. La prevenzione si basa sul mantenimento di una buona funzionalità della tuba di Eustachio, che regola la pressione nell’orecchio medio. Ecco alcune strategie efficaci per prevenire l’otite barotraumatica:
- Manovre di compensazione: tecniche come la deglutizione, lo sbadiglio o la manovra di Valsalva aiutano ad aprire la tuba di Eustachio e bilanciare la pressione.
- Dispositivi come Otovent® e palloncini nasali: Otovent è un dispositivo medico che aiuta a esercitare una pressione positiva attraverso il naso gonfiando un palloncino, facilitando l’apertura della tuba di Eustachio. È indicato soprattutto per bambini, ma utile anche per adulti in caso di difficoltà di compensazione.
- Spray nasali decongestionanti: utili prima del decollo o dell’immersione, soprattutto in presenza di congestione nasale da raffreddore o allergie.
- Evitare viaggi se si è raffreddati o con infezioni alle vie respiratorie.
- Tappi auricolari per il volo: aiutano a ridurre i cambi di pressione improvvisi durante il decollo e l’atterraggio.
- Immersioni controllate: nei subacquei, è importante scendere e risalire lentamente per permettere un’efficace compensazione.
Queste misure riducono significativamente il rischio di sviluppare otite barotraumatica.
Barotrauma all'orecchio: rimedi e terapie
Come curare un barotrauma all'orecchio? Per alleviare i sintomi o trattare il barotrauma, si possono adottare diversi approcci, dai più semplici ai più specialistici:
- Manovre di compensazione: Tecniche come la manovra di Valsalva (soffiare delicatamente con naso tappato e bocca chiusa), lo sbadiglio, la deglutizione o il masticare una gomma possono aiutare ad aprire la tuba di Eustachio e riequilibrare la pressione.
- Otovent® e palloncini nasali: Dispositivi utili, soprattutto nei bambini, per facilitare l’apertura della tuba di Eustachio e migliorare la ventilazione dell’orecchio medio.
- Farmaci decongestionanti: Spray nasali o compresse possono ridurre l’infiammazione nasale, facilitando la compensazione pressoria. È importante non abusarne, per evitare effetti collaterali.
- Farmaci antinfiammatori e antidolorifici: In caso di dolore intenso, si possono usare paracetamolo, ibuprofene o, se necessario, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o corticosteroidi.
- Antibiotici: Indicati solo se il barotrauma evolve in un’otite media batterica.
- Miringotomia: Nei casi più gravi, con accumulo di liquidi o infezioni persistenti, si può ricorrere a una miringotomia, ovvero un’incisione del timpano per drenare l’orecchio medio.
- Tubi di grommet: Per i soggetti con barotrauma ricorrente o cronico, possono essere inseriti tubicini di ventilazione per mantenere l’equilibrio pressorio a lungo termine.
Prevenzione
- Rimanere svegli durante decollo e atterraggio: la tuba di Eustachio si apre più frequentemente da svegli.
- Evitare l’acqua fredda: può causare spasmi nei muscoli dell’orecchio medio, peggiorando la sintomatologia.
- Evitare il fumo: il fumo danneggia le mucose e può aumentare il rischio di infezioni o disfunzioni tubariche.
- Non abusare di farmaci decongestionanti o antinfiammatori: l’uso prolungato può causare rimbalzi o effetti avversi.
- Consultare uno specialista: se i sintomi persistono o si aggravano, è fondamentale rivolgersi a un otorinolaringoiatra per una diagnosi accurata e un trattamento personalizzato.



Farmaci, antibiotici e gocce per otite barotraumatica
✅ Farmaci sintomatici (senza infezione batterica)
Antidolorifici e antinfiammatori - Utili per alleviare dolore e infiammazione:
- Paracetamolo (ad esempio Tachipirina®)
- Ibuprofene (es. Nurofen®, Moment®)
- In alcuni casi, FANS topici o corticosteroidi sistemici (solo su prescrizione)
Decongestionanti nasali - Utili per migliorare la pervietà della tuba di Eustachio:
- Spray nasali a base di xilometazolina o oximetazolina (ad es. Otrivin®, Vicks Sinex®)
- Compresse decongestionanti sistemiche (meno usate, da evitare nei soggetti ipertesi)
⚠️ Da usare per brevi periodi (3-5 giorni), per evitare effetto rebound o irritazione.
✅ Antibiotici (in caso di infezione batterica)
Se si sviluppa un’infezione dell’orecchio medio, il medico può prescrivere:
- Amoxicillina (es. Zimox®) - Antibiotico di prima scelta per otite media non complicata.
- Amoxicillina + acido clavulanico (es. Augmentin®) - Usato se si sospetta la presenza di batteri resistenti.
- Cefalosporine (es. Cefixima, in caso di allergia alla penicillina)
- Macrolidi (es. Azitromicina) - Alternativa in caso di allergia o resistenza.
📌 Gli antibiotici vanno sempre prescritti da un medico dopo valutazione clinica.
✅ Gocce otologiche (solo in alcuni casi)
Gocce antibiotiche o cortisoniche - Usate solo se il timpano è perforato o c’è otite esterna associata. Alcuni esempi:
- Ciprofloxacina + desametasone (es. Otodex®, Otocorton®, Cilodex)
- Ofloxacina otologica
❗ Le gocce non devono essere utilizzate se il timpano è integro e non vi è conferma medica dell’indicazione.
🔎 Quando consultare un medico
Rivolgiti a uno specialista ORL (otorinolaringoiatra) se:
- Il dolore persiste oltre 2-3 giorni
- Compare febbre, secrezione dall’orecchio o perdita dell’udito
- Sospetti rottura del timpano
- I sintomi non migliorano con i farmaci da banco
Otite media batterica e barotrauma
Il barotrauma dell’orecchio si verifica quando c’è un rapido cambiamento di pressione ambientale (ad esempio durante un volo o un’immersione), che provoca uno squilibrio pressorio tra orecchio medio e ambiente esterno. Questo può portare a:
- infiammazione
- accumulo di liquidi nell’orecchio medio
- danni alla membrana timpanica (nei casi più gravi)
Se i liquidi restano intrappolati nell’orecchio medio e non vengono drenati correttamente attraverso la tuba di Eustachio, possono diventare terreno fertile per la proliferazione batterica. Da qui nasce una possibile evoluzione in otite media acuta batterica.
⚠️ Differenze tra barotrauma e otite batterica
Caratteristica | Barotrauma | Otite batterica |
---|---|---|
Cause |
Sbalzi di pressione |
Infezione batterica (a volte secondaria al barotrauma) |
Sintomi principali |
Dolore, orecchio tappato, ipoacusia, acufeni |
Dolore, febbre, ipoacusia, secrezione auricolare |
Timpano |
Può apparire retratto, gonfio o lesionato |
Spesso arrossato, rigonfio, talvolta perforato |
Febbre |
Generalmente assente |
Frequente |
Trattamento principale |
Compensazione pressoria, decongestionanti |
Antibiotici, analgesici |
🩺 Trattamento combinato in caso di barotrauma complicato da otite batterica
Se un barotrauma evolve in otite batterica, il trattamento include:
1. Farmaci sintomatici
- Paracetamolo o ibuprofene per il dolore e la febbre
- Decongestionanti nasali per aiutare a liberare la tuba di Eustachio
2. Antibiotici
- Amoxicillina (farmaco di prima scelta)
- Amoxicillina + acido clavulanico se si sospetta resistenza
- Alternativa in caso di allergia: macrolidi (es. Azitromicina)
3. Gocce otologiche
- (Solo se c’è perforazione timpanica): A base di ciprofloxacina o ofloxacina, con o senza cortisone
4. Valutazione ORL
Se i sintomi persistono o peggiorano, è indicata una visita otorinolaringoiatrica. In rari casi può essere necessario:
- Miringotomia (incisione del timpano per drenare liquido)
- Inserimento di tubi di ventilazione
🛡️ Prevenzione dell’evoluzione da barotrauma a otite
- Evitare viaggi in aereo o immersioni se si è raffreddati o congesti
- Usare spray decongestionanti prima del volo (solo per pochi giorni)
- Praticare tecniche di compensazione (Valsalva, deglutizione, sbadigli)
- Idratarsi e tenere libere le vie aeree superiori
Otite barotraumatica e cortisone
🩺 Quando si usa il cortisone?
Il cortisone, o meglio i corticosteroidi, possono essere prescritti in caso di:
- Infiammazione importante della tuba di Eustachio
- Fallimento dei decongestionanti nasali nel liberare la via pressoria
- Dolore persistente o perdita dell’udito significativa
- Presenza di liquido nell’orecchio medio (otite media barotraumatica sierosa)
I corticosteroidi possono aiutare a:
- Ridurre l’edema della mucosa
- Migliorare la ventilazione dell’orecchio medio
- Prevenire la cronicizzazione del problema (es. otite sierosa persistente)
💊 Forme di cortisone utilizzate
Corticosteroidi sistemici (per via orale):
- Es. Prednisone, Deflazacort
- Di solito prescritti per cicli brevi (3–7 giorni), con dosaggi e riduzione progressiva indicati dal medico
Spray nasali a base di cortisone:
- Es. Beclometasone, Mometasone, Fluticasone
- Utili nei pazienti con rinite allergica o congestione cronica che ostacola la compensazione
❗L’uso del cortisone deve sempre essere valutato dal medico, considerando eventuali controindicazioni (diabete, ipertensione, ulcera gastrica, glaucoma ecc.)
⚠️ Attenzione: quando non è sufficiente
✅ In sintesi
Il cortisone può essere un valido supporto nel trattamento dell’otite barotraumatica non infetta, in particolare per:
- ridurre l’infiammazione
- migliorare la funzione della tuba di Eustachio
- prevenire complicanze come la cronicizzazione o l'accumulo di liquidi
Va però prescritto dal medico e usato in modo mirato, spesso in combinazione con altre terapie (analgesici, decongestionanti, manovre di compensazione).

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Barotrauma dell'orecchio: rimedi naturali
Il barotrauma dell’orecchio è una condizione causata da uno squilibrio di pressione tra l’ambiente esterno e l’orecchio medio, che si verifica comunemente durante viaggi in aereo, immersioni subacquee o cambi di quota. I sintomi più frequenti includono dolore, sensazione di orecchio chiuso, acufeni e riduzione temporanea dell’udito. Nei casi lievi, è possibile ricorrere a rimedi naturali e omeopatici per alleviare il fastidio e favorire il riequilibrio pressorio. Tra i rimedi naturali più efficaci ci sono le manovre di compensazione, come la deglutizione, lo sbadiglio o la manovra di Valsalva (soffiare delicatamente a naso chiuso). Masticare chewing gum o succhiare caramelle durante il volo può stimolare l’apertura della tuba di Eustachio. Anche l’inalazione di vapori con oli essenziali (eucalipto, menta) può aiutare a liberare le vie respiratorie e ridurre la congestione. Dal punto di vista omeopatico, alcuni rimedi comuni includono:
- Ferrum phosphoricum per le fasi iniziali con lieve infiammazione
- Chamomilla in caso di dolore acuto e irritabilità
- Belladonna per dolore pulsante con febbre
- Kali bichromicum se vi è muco denso e persistente
È sempre consigliato consultare un medico prima di iniziare qualsiasi trattamento, anche naturale.
Chirurgia per otite barotraumatica
🩺 Quando si ricorre alla chirurgia
L’indicazione chirurgica per l’otite barotraumatica viene valutata quando:
- I sintomi persistono oltre 6–8 settimane nonostante le terapie mediche
- È presente accumulo cronico di liquido nell’orecchio medio (otite sierosa persistente)
- Si verifica una perforazione timpanica che non si rimargina spontaneamente
- Si presentano episodi ricorrenti di barotrauma e otite media
- Il paziente presenta una disfunzione cronica della tuba di Eustachio
🔧 Tipi di intervento chirurgico per barotrauma
1. Miringotomia: È una procedura semplice e mini-invasiva che consiste nell’effettuare una piccola incisione nel timpano per drenare il liquido accumulato nell’orecchio medio.
- Spesso viene eseguita in ambulatorio o in day hospital
- Può essere associata all’inserimento di un tubicino di ventilazione
2. Timpanostomia con inserimento di tubo di ventilazione (grommet): Consiste nel posizionamento di un piccolo tubo di plastica o silicone nel timpano per permettere il passaggio d’aria tra orecchio medio e ambiente esterno. È l’intervento più indicato nei casi di:
- Otite media sierosa persistente
- Difficoltà cronica di compensazione pressoria
- Pazienti che viaggiano o si immergono frequentemente (ad es. subacquei, piloti)
Questi tubi restano in sede per diversi mesi e spesso si staccano spontaneamente. In alcuni casi possono essere rimossi dal medico.
3. Miringoplastica o timpanoplastica: Se il timpano è perforato in modo permanente, può essere necessario un intervento di riparazione chirurgica della membrana timpanica.
- Si esegue in anestesia generale
- Ha lo scopo di ripristinare la funzione uditiva e proteggere l’orecchio medio da infezioni
4. Interventi sulla tuba di Eustachio: Nei casi di disfunzione tubarica cronica, può essere indicata una procedura detta dilatazione tubarica con palloncino (balloon tuboplasty), eseguita in ambiente specialistico.
- Serve a migliorare la pervietà della tuba di Eustachio
- Può ridurre il rischio di barotrauma ricorrente
🛡️ Follow-up post-operatorio e prevenzione
Dopo l’intervento è importante:
- Proteggere l’orecchio dall’acqua (es. con tappi o cerotti durante la doccia)
- Evitare viaggi aerei o immersioni fino a guarigione avvenuta
- Seguire controlli ORL periodici
Inoltre, nei soggetti predisposti o che viaggiano frequentemente, possono essere consigliati trattamenti preventivi, come spray nasali corticosteroidi o tecniche di compensazione adeguate.
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